Il calcolo mentale

29 Nov

Non molto tempo fa, fino agli anni ’60 non era insolito andare a teatro ad assistere ad incredibili spettacoli dove bambini prodigio stupivano il pubblico effettuando in calcoli mentali con numeri proposti dagli stessi spettatori. Molti erano anche analfabeti e non erano mai andati a scuola.

Ma tutto ciò come era possibile? Molti sono stati studiati da ricercatori che hanno riscontrato in loro un’eccezionale memoria per tenere a mente tutte le cifre, e in più il crearsi numerosi algoritmi per rendere i calcoli più agevoli.Molti di questi bambini prodigio che raggiungevano dei risultati strabilianti senza un’istruzione, fanno pensare che la mente umana sia predisposta in modo innato ad analizzare la realtà, ad indagarla tramite numeri e operazioni. Sembra esserci quindi una predisposizione genetica per la matematica, particolarmente evidente in alcuni soggetti. E’ emblematico il commento dall’antropologo Pierre Paul Broca su Inaudi: <<non sa scrivere né leggere, ha i numeri in testa, ma non li scrive>>.

I calcolatori prodigio del passato

Il più celebre calcolatore prodigio italiano fu il piemontese Giacomo Inaudi (1867 Roccabruna – 1950 Parigi) venne conosciuto a livello internazionale costruendosi una prestigiosa carriera.

Nei suoi spettacoli eseguiva:

  1. una sottrazione fra due numeri di ventun cifre
  2. un’addizione di cinque numeri di sei cifre ciascuno
  3. il quadrato di un numero di quattro cifre
  4. la divisione di due numeri di quattro cifre
  5. la radice cubica di un numero di nove cifre
  6. la radice quinta di un numero di dodici cifre

e normalmente impiegava una decina di minuti per risolverle tutte.

Era analfabeta e imparò solo in età adulta a leggere e scrivere.

Nel ‘700 già prima di Inaudi, alcuni calcolatori prodigio avevano raggiunto una certa notorietà, come Tom Fuller, schiavo nero analfabeta soprannominato “il calcolatore della Virginia”.

Jedediah Buxton(1702-1792), contemporaneo di Fuller, era un operaio inglese, anche lui non era in grado né di leggere né di scrivere, non avendo mai frequentato alcuna scuola. Divenne celebre oltre alla sua abilità nel calcolo mentale, anche per essere probabilmente l’ultimo dei bematisti, ovvero coloro che misurano con precisione lunghe distanze utilizzando la bema, ovvero il passo.

Un altro ragazzo italiano prodigio fu Vito soprannominato “mangiamele”, anche lui analfabeta, cieco dalla nascita e figlio di pastore.

Ma il primo a divenire uomo di spettacolo proponendosi nei teatri di tutto il mondo fu l’americano Zerah Colburn(1804-1839), noto anche per avere mani e piedi con sei dita. Nel 1818 all’età di 14 anni si trovò a sostenere una storica sfida con l’inglese George Parker Bidder(1806-1878), all’epoca dodicenne e figlio di uno scalpellino. Non sappiamo chi risultò vincitore, secondo le cronache americane vinse Colburn mentre stande alle inglesi Bidder.

I calcolatori prodigio odierni

Ai giorni nostri i calcolatori mentali non fanno più spettacolo, ma rispetto al passato sono giunti a fare calcoli sempre più complicati. L’ultimo ad esibirsi in teatro infatti fu l’olandese William Klein(1912-1986).

Durante la  turnè in Svizzera  visitò CERN, il Centro Europeo per la Ricerca Nucleare, dove riuscì a farsi assumere. Fino al ’65, quando i computer non erano ancora molto sviluppati, aveva molto lavoro da fare per i fisici, in seguito quando questi erano in grado di prodursi il software di cui avevano bisogno, nessuno pensò di licenziarlo, se non altro per problemi di immagine.

Fra i grandi campioni ricordiamo il russo Jacow Trachtenberg (1888 – 1953), che ha inventato il metodo Trachtenberg, approfondito durante la prigionia in un lager nazista dove era rinchiuso come prigioniero politico. Dopo la guerra si stabilì in Svizzera, dove iniziò a insegnare le sue tecniche di calcolo mentale divenendo presto molto popolare. Ebbe un successo particolare con i bambini che avevano difficoltà con il tradizionale metodo di insegnamento della matematica. Nel 1950 fondò a Zurigo il Mathematical Institute, noto a livello internazionale per i suoi metodi di insegnamento.

Shakuntala Devi, nata in India, a Bangalore, nel 1939, è invece una delle rare donne riconosciute come calcolatrici prodigio. Tra i suoi record, il calcolo, in 28 secondi di un prodotto di due numeri di 13 cifre, scelti a caso da un computer, strumento che lei afferma di non aver mai imparato ad usare. Inoltre sottolinea che al centro dell’insegnamento della matematica, per gli indiani, deve esserci la matematica vedica, quale gloriosa tradizione da salvaguardare.

Sempre indiamo è Tathagat Avatar Tulsi classe 1987 nato a Nuova Deli, entrato nel Guinness  dei primati come “Youngest Masters Graduate” per aver conseguito a soli 12 anni il master universitario in fisica. Oggi è un giovane ricercatore.

Ora il campione mondiale di calcolo mentale, entrato giustamente nel Guiness dei primati, è il ricercatore sull’intelligenza artificiale Alexis Lemaire, classe 1980 di Reims. La notizia è recente: il 3 giugno del 2005, in  267,765 secondi, meno di cinque minuti, ha estratto la radice tredicesima di un numero di 200 cifre, scelto a caso da un computer, dopo 577 tentativi. Per la competizione viene scelta appositamente una radice che ha per indice un numero primo, come il 13, in modo da non poter essere scomposta in radici più semplici.

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